LINFEDEMA
Linfedema oncologico prima e dopo il trattamento con bendaggio e linfodrenaggio. Guarda altri casi clinici
Per linfedema si intende una malattia causata da un mal funzionamento del sistema linfatico (insufficienza meccanica dei vasi linfatici ossia capacità fisiologica di trasporto linfatico ridotta) che determina stasi linfatica e produzione di un edema (gonfiore) ad elevato contenuto di proteine nell'interstizio. L'aumento di volume può avvenire in qualsiasi parte del corpo ma è più frequente a livello degli arti.
Il linfedema si distingue in:
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linfedema primario o idiopatico
La causa non è individuabile e il linfedema è presumibilmente dovuto ad un' alterazione genetica del sistema linfatico. La disfunzione può essere a carico dei linfonodi, dei collettori linfatici, delle fibrille di ancoraggio, delle valvole. L'edema può essere presente alla nascita, svilupparsi precocemente oppure dopo i trent'anni. Il gonfiore colpisce solitamente prima un arto ma è frequentemente bilaterale asimmetrico. Più spesso esordisce distalmente (dai piedi) per poi evolvere verso l'alto. Esistono dei test genetici, ma pochi linfedemi primari sono positivi al test.
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linfedema secondario
E' dovuto ad un'ostruzione delle vie linfatiche, ad un danno del sistema linfatico (in seguito a traumi, interventi chirurgici o radioterapia) o al disuso (emiplegia, peraplegia o allettamento/ipomobilità).
Il linfedema secondario più noto è quello oncologico dovuto all'asportazione chirurgica di linfonodi a causa di un tumore. Oggi grazie all'introduzione della tecnica del linfonodo sentinella i casi di linfedemi oncolocici si sono notevolmente ridotti ma riguardano comunque una porzione non sottovalutabile di linfoadenectomie. Si stima che circa il 20% delle donne mastectomizzate e sottoposte a linfoadenectomia sviluppi un linfedema e tale rischio aumenta se si associa la radioterapia.
Come mai in alcune persone si forma il linfedema e in altre no? Semplificando molto spesso il danno subito dal sistema linfatico è compensato dal sistema linfatico stesso, dal sistema venoso o da altri meccanismi. E' opinione sempre più diffusa che la causa scatenante agisca su un sistema linfatico più fragile del normale.
La stadiazione prevede una fase in cui il linfedema è ancora latente (non ci sono segni clinici ma il sistema di trasporto linfatico è limitato), una fase in cui l'edema è reversibile solitamente con il riposo notturno o con l'elevazione dell'arto, uno stadio in cui il gonfiore è sempre presente e il tessuto inizia ad indurirsi (edema organizzato o fibrosi). L'ultima fase è rappresentata da fibrosi diffusa, arto "a colonna" e disturbi secondari (come infezioni o limitazione dei movimenti).
Uno dei segni distintivi del linfedema è la fovea, ossia l'impronta lasciata dalla pressione di un dito sulla cute. Inizialmente questo segno può non essere presente, mentre negi ultimi stadi è difficilmente evocabile. Più è profonda l'impronta più il tessuto è ricco di liquido.
Il linfedema è comunque una malattia cronica e degenerativa. Se non curato o trattato in modo inadeguato, molto spesso, evolve progressivamente. L'edema aumenta e con questo il volume dell'arto. L'accumulo di proteine nel tessuto interstiziale determina una reazione connettivale che consiste in un'anomala produzione di tessuto fibrotico e/o adiposo (fibrosi/fibroliposclerosi).
Se il linfedema viene trattato adeguatamente può regredire molto fino ad essere poco visibile ed essere controllato con una corretta terapia conservativa (calza contenitiva e trattamento fisioterapico).
Più precocemente si interviene più i risultati saranno apprezzabili e l'impegno di risorse, anche economiche, sarà ridotto.